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Che i paesi nordici fossero molto attenti a tutto ciò che riguarda la sostenibilità e l’ambiente, già si sapeva.
Ma la Danimarca ha deciso di andare oltre: si è infatti posta l’obiettivo di passare all’agricoltura e all’allevamento biologici, rinunciando quindi all’uso di antibiotici e pesticidi.

L’iniziativa si muoverà su due fronti, sia dando un impulso alla trasformazione della modalità di coltivazione dei terreni, da tradizionale a biologica (attraverso il Danish Organic Action Plan 2020, piano in 67 punti), sia stimolando la domanda di prodotti bio e sostenibili.

Si partirà dal settore pubblico: tutti i terreni agricoli di proprietà statale saranno convertiti completamente alla nuova modalità. E sono previsti incentivi per i privati che decideranno di seguire l’esempio. Fondi consistenti verranno poi destinati alla ricerca sul settore. Il progetto non si limita al settore orto-frutticolo, ma anche all’allevamento: varie agenzie del settore bio verranno coinvolte e opereranno insieme a comuni, regioni e privati per avviare il cambiamento a livello locale.

Nelle scuole verranno introdotti programmi appositi per educare i ragazzi e spiegare loro i vantaggi dell’agricoltura biologica, mentre almeno il 60% dei prodotti forniti dalle mense scolastiche dovrà provenire da coltivazioni o allevamenti in linea con i nuovi dettami. E lo stesso varrà per le mense dei militari e del settore pubblico.

La conversione al biologico non può che portare benessere, tanto al consumatore quanto al produttore, tanto agli animali allevati quanto ai terreni, che non sarebbero più impoveriti da pratiche quali le monocolture o l’utilizzo eccessivo di pesticidi. I rischi di erosione del terreno, di inondazione o di siccità si ridurrebbero di molto e gli insetti, le piante e in generale l’habitat ne beneficerebbero moltissimo.

Un progetto ambizioso che, qualora dovesse giungere a compimento, renderebbe la Danimarca un paese pioniere e un esempio virtuoso da imitare.

Annalisa Boni